“Quello che provi tu non è una novità. Questo paese è duro con la gente.” Sono parole tratte da un romanzo di Cormac McCarthy “Non è un paese per vecchi” e quanto sto osservando nel mio lavoro questi giorni sta consolidando in me un’idea che ho in testa da tempo. L’Italia non è un paese per vecchi, non è un paese per i deboli, non è un paese per i disabili.
Lavoro nel mondo degli ascensori da una vita; ho iniziato ad occuparmi di questi impianti dall’età di diciotto anni e non ho mai smesso. Sono trenta anni ormai che impegno gran parte della mia giornata a cercare di “abbattere barriere architettoniche” in una nazione “vecchia”, con palazzine nate molte centinaia di anni fa, prive di ascensori e piene di scale. Il mio lavoro mi porta a partecipare ad assemblee di condominio dove persone anziane, persone diversamente abili, chiedono agli altri condomini l’autorizzazione ad installare un ascensore od una pedana per disabili o un montascale. Sono testimone giornalmente di insulti, astio, odio, rivolto verso queste persone; il mio rammarico è non avere un registratore per poter dare una testimonianza di quanto tante persone non nutrano alcun rispetto per chi veda una rampa di scale come un ostacolo per poter affrontare degnamente la vita quotidiana. Vorrei avere un registratore quando mi rivolgo agli uffici pubblici per ottenere un’autorizzazione per l’installazione di questi impianti e mi sento rispondere: “Perché questo disabile non vende l’appartamento all’ultimo piano e se ne compra uno a piano terra?”.
Queste sono testimonianze di chi ha dedicato il proprio lavoro per aiutare e agevolare le persone meno abili ad accedere alle proprie case, agli uffici, agli ospedali, ai cinema etc.
Parlo di persone meno abili e non di disabili perché erroneamente l’opinione pubblica associa alla “disabilità” solamente chi è costretto a muoversi in carrozzina. Non è così. Mi trovo ogni giorno a cercare di risolvere problemi ad anziani, a cardiopatici, a non vedenti, a persone infortunate, per le quali un gradino rappresenta un ostacolo grave.
Dopo mesi trascorsi ad ascoltare battaglie televisive e di piazza sulla legge Cirinnà per veder riconosciuti diritti civili indiscutibili, è bastata una settimana di notizie false su presunte tasse su ascensori per affossare i diritti di chi non è rappresentato in nessuna sede politica o pubblica: i figli di un Dio minore.
Adeguare un impianto per migliorare l’accessibilità ai disabili, agli anziani, ai malati, NON E’ UNA TASSA ANNUALE PER I CITTADINI: garantire sempre la fermata al piano della cabina allineata con il piano di sbarco, per evitare il gradino e quindi l’inciampo o impossibilità ad entrare in cabina per carrozzine o anziani ( 1° CAUSA DI INCIDENTE IN EUROPA ) non è una tassa per i cittadini; installare le barriere fotoelettriche in cabina significa evitare che entrando o uscendo in cabina ci sia URTO contro le porte ma al passaggio le stesse porte si ritraggono senza colpire la persona anziana o disabile che non entra rapidamente in cabina (II CAUSA DI INCIDENTE IN EUROPA) , anche questa non è una tassa per i cittadini; installare un combinatore telefonico in cabina significa avere un apparecchio collegato al pulsante dell’allarme che automaticamente chiama il servizio di emergenza H24, che riconosce la linea e l’impianto da dove arriva la chiamata, in modo che se la persona in cabina non riesce a dire dove si trova perché presa dal panico o da un malore si attiva comunque il servizio di emergenza (III causa di incidente in Europa ), anche questa non è una tassa per i cittadini.
La verità è che il popolo italiano non è sensibile alle problematiche dei più deboli, che siano essi bambini, anziani, malati o disabili. Queste persone sono viste come un peso e per loro non si è mai pronti a fare una battaglia. L’Italia non è un paese per deboli.